Percorso effettuato: Bacino val d'Ambra (Q603) - Monastei (Q895) - Cassinone (Q911) - Lobia (Q917) - bacino val d'Ambra - Personico.
Difficoltà: sentiero T1 e T2.
Dislivello: 660 metri.
Lunghezza del percorso: 8 chilometri.
Sforzo equivalente: 15 chilometri.
Durata (incluse le pause): 5 ore.
Riferimenti: sito della val d'Ambra, "Alla scoperta della val d'Ambra, 28.03.2010".
Nota: il sentiero di destra salendo è adatto anche alle famiglie. Il sentiero sul lato Sud richiede un po' più di attenzione, dato che vi sono alcuni passaggi leggermente esposti.
Marco ci ha chiesto di portarlo, assieme ad Ivan e Alice, a fare quattro passi. Rita ed io discutiamo delle varie possibilità: valle Verzasca, val d'Ambra, cima di Medeglia. Dato che il 28.03.2010 ci era stato proposto di ripassare dopo un due mesetti, per vederla in livrea estiva, decidiamo per questa variante, partendo però dal bacino, e risparmiando così 300 metri di salita, dato che sappiamo che Ivan tiene botta senza problemi, ma di Alice (6 anni) non conosciamo la resistenza.
10:45 Dato che abbiamo calcolato tempi relativamente brevi per il giro (tra le 5 e le 6 ore), decidiamo che è inutile alzarsi ad ore antelucane. In effetti alle 10:00 siamo a Personico per il caffé, poi con comodo saliamo fino al parcheggio della diga, a Q600, e ci prepariamo per il giro. Grossa riserva d'acqua nello zaino, non mi ricordo di aver visto punti di rifornimento, e la temperatura per oggi è data sul caloroso assai. Non ostante la temperatura, l'aria è tersa: se non altro non sarà afoso.
Foto di gruppo alla partenza...
Prendiamo, come l'altra volta, il sentiero sulla costa destra salendo, per portarci a Monastei. La strada questa volta presenta in modo decisamente diverso: se in marzo la vista era sempre presente, il verde adesso ha colpito ovunque, ed è un tripudio di erba e foglie.
In giro diverse farfalle, ma sono tutte impazzite, penso per la riproduzione. Non si posano praticamente mai per alimentarsi, rendendo molto difficle immortalarle. In particolare ne vedo una (più in alto però) di circa 6 cm di apertura alare, bruna, bordata di bianco, che vola su e giù continuamente, probabilmente seguendo una qualche scia di ferormoni, anche se non riesco a vedere la controparte. L'unica che si lascia fotografare è questa.
In compenso, Ivan, dallo sguardo di lince, e attentissimo, mi fa da segugio per i ramarri. Ne incontriamo diversi, tutti ben nascosti, ma Ivan riesce a trovarli anche laddove a me non verrebbe in mente di guardare. Il primo lo troviamo poco dopo esserci avventurati sul sentiero.
11:15 Ci siamo innalzati discretamente, e si vede il bacino sotto di noi, povero d'acqua come l'altra volta. Piccola pausa spuntino per i ragazzi: decisamente hanno un regime alimentare diverso dal mio :-)
Poco oltre, nuovo incontro con un ramarro, sempre identificato da Ivan.
E poco oltre, un altro ancora...
11:30 Arriviamo al primo rustico lungo la salita. La temperatura è già di quelle da sballo. Decidiamo per una piccola pausa, per rialimentare i ragazzi, e darci sotto con l'acqua anche noi, aprofittando dell'ombra.
Mi guardo attorno, e noto che il crinale sull'altro versante questa volta è veramente boschivo.
Ripartenza poco dopo, e subito incontriamo uno splendido tappeto di fiorellini.
E nuovamente Ivan riesce ad individuare un ramarro... Sembrano fratelli :-)
Intanto giriamo in una valletta laterale, la percorriamo fino al fondo, passiamo il torrente, e riprendiamo la salita lungo l'altro versante.
Salendo mi diletto anche a fotografare i fiori, anche se la maggior parte ormai è andata. Non so perché (questa macchina fotografica ogni tanto mi riserva delle sorprese), ma spesso sbaglio o i tempi o il diaframma, e la foto viene troppo chiara. Non sono capace di usare i vari programmi di fotoritocco, così mi tengo le foto mal riuscite).
12:30 Arriviamo al rustico dove ci eravamo fermati per pranzo in marzo, con Danila e Pierfranco. I ragazzi sono nuovamente affamati. Per fortuna la mia auto non consuma quanto loro, sennò non me la potrei permettere. Devo scrivere un nuovo capitolo in relazione all'alimentazione in montagna: ciò che ho riportato vale per gli adulti, non per i ragazzi... Ci fermiano nuovamente all'ombra, e lasciamo che facciano il pieno con un po' di frutta.
12:45 Ci rimettiamo in marcia per arrivare a Monastei. Sopra di noi una splendida cascata, con un slto di di alcune decine di metri.
Passato Monastei continuiamo in direzione del ponte che permette di accedere all'altro versante della valle.
13:00 Passiamo il ponte, e ci portiamo nella pineta che accompagna verso Cassinone.
Nel greto del fiume si possono osservare traccie di ferro: la colorazione rosso-ruggine è decisamente marcata.
I giochi d'acqua in questo tratto sono splendidi. Il fiume salta, gira, cade e si scatena. Ad ogni passo cambia la prospettiva, e si presenta un nuovo spettacolo.
13:10 Arriviamo a Cassinone. Troppo sole per fermarci per il pranzo, decidiamo di continuare qualche centinaio di metri, e portarci nuovamente nella pineta. Su di un prato, un sasso alieno.
14:15 Siamo riusciti a saziare i ragazzi, impresa non da poco. Si riparte lungo l'altro versante della valle, meno esposto al sole, e più ombroso grazie alle varie macchie di pini. Il sentiero qui è più stretto, e Marco per precauzione tiene sempre per mano Alice, mentre Rita tiene d'occhio Ivan, che si muove con la baldanza di uno stambecco.
14:30 Arriviamo alla bellssima cascata di questo lato.
In alto l'acqua si divide in due rami, per ricongiungersi nuovamente poco prima del balzo finale. Piccole pozze scavate nella roccia raccolgono l'acqua, che vi mulinella in continuazione, continuando l'erosione. Una brezza fresca scende dalla parete, rendendo la sosta ancora più gradevole.
Passiamo con precauzione lungo il grande sasso per portarci dall'altra parte, poi via nuovamente lungo il sentiero.
14:40 Arriviamo a Lobia, I ragazzi hanno nuovamente fame... Quando ci sono loro devo rifare tutti i calcoli dei tempi. Veloce barretta di cereali. Appeso ad una parete, un teschio, che ci ricorda un "sic transeat gloria mundi", o qualcosa del genere (latinisti, per favore mandare mail con correzione).
Ma non c'è solo morte: c'è la vita delle bellissime tricolor...
15:15 Ormai siamo quasi sulla verticale del bacino, e stiamo per affrontare la discesa ripida che caratterizza questo lato. Alice comincia ad essere stanca, Ivan è la davanti con Rita. Resto dietro a Marco e Alice, caso mai abbiano bisogno.
Lungo il sentiero, diversi piccoli corsi d'acqua creano tratti fangosi. In compenso hanno già pulito il sentiero: in marzo c'erano diversi rami e tronchi che rendevano malagevole il passaggio. Questa volta non ne ho trovato neanche uno.
15:40 Discesa finita, passiamo la diga del bacino per portarci nuovamente al parcheggio.
E questa è la prova che siamo arrivati tutti vivi :-)
Ed ecco il profilo altimetrico dell'escursione.
Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).