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23 agosto 2011 2 23 /08 /agosto /2011 21:40



Percorso effettuato: Gimillan (Q1780) - Tchezeu (Q1925) - Pila (Q2018) - Crouzet (Q2240) - Grauson inferiore (Q2275) - Lac Money (Q2548) e ritorno per la stessa via.

Difficoltà del sentiero: T2.

Dislivello: 800 metri.

Lunghezza del percorso: 14 Km

Sforzo equivalente: 22 Km

Durata (incluse le pause): 6 ore

Ultimo giorno di escursioni, domani si rientra in Ticino. Dato che siamo amanti dei laghetti di montagna, abbiamo deciso di piazzare il lago Money nella lista: non troppo distante, e un signore che abbiamo incontrato spesso lungo i sentieri in questa settimana ci ha parlato un gran bene del tragitto che porta in quella direzione. Ho ancora la bandiera tibetana nel sacco, spero di poterla sistemare prima di tornare a casa... Un libro sui laghetti prestatoci da Anna, edizione 2003, dice che da Grauson inferiore c'è un sentiero labile, difficile da trovarne l'imbocco, che sale al laghetto. Ci lasceremo sorprendere.

09:30 Ritrovo al posteggio / fermata del bus che conduce a Gimillan, così ci risparmiamo un bel 200 metri di salita. Meteo data ottima per la giornata, anche se alcuni nuvoloni in fondo alla Valnontey ci lasciano perplessi.

2011.07.30-Lago-Money 1151
10:00 Siamo a Gimillan, frazione di Cogne, posta sul versante opposto. Davanti a noi si vedono le piste di sci lungo le quali siamo saliti giovedi. Al sol pensiero le ginocchia mi tremano ancora.

2011.07.30-Lago-Money 1155
Al punto di partenza dei sentieri, non un cartello giallo, ma un inventario di percorsi del tipo "Tutte le direzioni". Mi intriga in particolare quel "Passo Invergneux a Q2900".

2011.07.30-Lago-Money 1156
Consulto la cartina. Strada lunghetta, dopo il passo si scende ad una capanna (il Rifugio Sogno di Berdzé) in prossimità del lago Ponton, passando dai laghi di Doreire, e dal rifugio si può rientrare a Cogne percorrendo tutta la vallata dietro le cascate di Lillaz, di cui ieri abbiamo visto un piccolo pezzo. Estraggo il libretto mentale dei percorsi da fare, e lo annoto in grassetto. Cogne da qui è ben visibile.

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Danila, Pier e Rita si incamminano lungo il sentiero diretto. Io ho visto che c'è una forestale che si ricongiunge più in alto. Più lunga, ma meno pendenza... Prendo questa seconda via.

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Comincia subito a fare caldo, di ombra non se ne vede. Appena scollinati, un piccolo oratorio come ne potremmo trovare qui da noi.

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Questo primo tratto di sentiero è estremamente agevole, poca pendenza, mi lascia tutto il tempo di ficcare il naso a destra e manca, senza perdere il contatto con i miei compagni. Foto di fiori, cactacee, ruderi, tutto quello che mi capita a tiro.

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10:30 Stiamo ancora pedalando in piano (che bello, anche se si pagherà dopo), quando di fronte a noi, sul versante opposto, vediamo una frana immensa, e una casa costruita in un angolino. Discussione tra di noi, nessuno è interessata/o all'acquisto.

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10:40 Il sentiero biforca. Controlliamo la cartina, si ricongiungono più avanti. Guardo bene la cartina, faccio un po' di calcoli mentali, il tratto a sinistra ha meno dislivello, dato che quello destro scende fino al fiume per risalire poi dall'altra parte. Non è una questione politica, ma prendiamo a sinistra. Poco più avanti vediamo il piccolo insediamento dal quale passa il percorso che non abbiamo fatto.

2011.07.30-Lago-Money 1176
Eh eh, si vede il sentiero che sale :-) Oltretutto da questa parte è alberato, finalmente un po' di ombra.

10:55 Arriviamo a Tchezeu (mi sembra che la pronuncia sia quasi come "Chez eux"), solo una piccola costruzione. Subito dopo un ponte, ed una macchia d'alberi. Sosta spuntino.

2011.07.30-Lago-Money 1186
11:10 Ripartenza. Attraversiamo il ponte,..

2011.07.30-Lago-Money 1190
...e la musica cambia. E' ovvio che se sono a Q1850 circa, e devo arrivare a Q2500, c'è della salita da fare... Innesco le ridotte, e inizio a sbuffare, con davanti a me il primo checkpoint, un alpeggio.

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Bello però, non ostante la fatica. Tutto molto verde, il panorama splendido, larici ovunque. Non c'è fretta, salgo al mio ritmo, mi gusto le mucche (no, non le ho morse), chiacchero con il pastore che le sorveglia, coccole al cane. E' proprio una bella vallata.

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11:25 Scatto alla Valnontey...

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...poi mi giro, miro in avanti, premo il pulsante, e non succede niente. Vabbé, come al solito avrò toffignato senza accorgermi la macchina. Controllo, tutto a posto. ? Guardo il display, mi dice "sostituire la batteria"... Orpo, l'ho controllata ieri sera, era ancora a metà. Poi faccio un po' di calcoli, in effetti ho sparato più di 400 foto. Si, poverina, ha ragione, avrei dovuto ricaricarla, ma ormai è fatta. Potrei utilizzare il cellulare per scattare le foto, ma non voglio consumare la batteria: sono paranoico, e se avessi bisogno di telefonare?

Così mi tolgo dal collo la mia Canon (vai, 1 Kg in meno a tracolla) e la ripongo nel sacco. Dopo l'alpeggio il sentiero fa un secondo salto verso l'alto, Sono tutto orgoglioso, davanti a me un gruppo di gitanti, e li sto raggiugendo, vado più veloce di loro... Capiscono l'antifona, e per evitare l'ignominia del sorpasso scendono a Creuzet, e si fermano per il pranzo.

12:00 Il sentiero arriva ad una piccola croce posta su di un poggio che domina Creuzet (ma va, che il nome venga da questa?), ritrovo la combricola che attende. A pochi metri dalla croce, un bel cartello giallo indica dritto, sentiero 8 per il passo, a destra, sentiero 8C per il lago. Pensavamo di dover cercare con il lanternino, e invece ce lo hanno messo a posto, nel frattempo. Imbocchiamo la salita, mancano ancora solo 300 metri. Poco più in alto decido che uno scatto con il cellulare lo si può fare: Grauson inferiore.

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Salendo, e guardandomi indietro, vedo il sentiero che continua verso il passo. Visto da qui è bellissimo, abbarbicato sul versante destro orografico, sale con pendenza regolare e non troppo forte. Sono solo 700 metri di dislivello da Grauson, la voglia di percorrerlo aumenta sempre più. Guardando a lato, invece, mi sembra di intravvedere le tracce del vecchio sentiero, quello descritto dal libro che abbiamo consultato ieri sera. Beh, questo sentiero è tutt'altra cosa.

12:40 Sto salendo da solo (come sempre), quando una vanessa(?) decide di farmi compagnia, e si posa sull'indice sinistro. Comncio a contorcermi per estrarre il cellulare dalla tasca, senza farla scappare, ho poca dimestichezza con le funzioni che non siano "telefonare", riesco ad attivare l'applicazione per le foto, prima foto poco soddisfacente, la vanessa va, poi torna, ripeto l'operazione. Applicazione bastarda, ha messo a fuoco il mio dito...

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Avrebbe potuto essere uno scatto da Pulitzer.

13:00 Arrivo anch'io al lago Money. In ultimo il sentiero si è appiatito, per passare il fronte che chiude la conca. Bello, tranquillo, pochissime persone in giro. Decido che è il posto giusto per mettere la bandierina. Piccolo spuntino per rifocillarmi, poi con l'aiuto di Danila e Rita sistemo la bandiera tibetana, per Floriano e per tutti i nostri cari (i tuoi e i miei), non una croce che dura nel tempo, ma un oggetto che si consumerà facendo il suo dovere. Un attimo di raccoglimento per completare l'opera.

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13:30 Prendiamo la via del ritorno, il nuovo ritmo di discesa scoperto mi permette di scendere più velocemente di Danila e Rita, che restano indietro. Raggiungo Pier alla croce sul poggio, e attendiamo le signore.

14:30 Le signore hanno deciso che bisogna sostare. Io ho i muscoletti caldi, voglia di andare, chiedo il permesso di partire. Come vere regine, graziosamente me lo concedono. Parto lungo la discesa ad una velocità che mi sembra impossibile. Passi lunghi e distesi, neanche la preoccupazione di scattare foto. Non per questo non guardo attorno. Formazioni calcaree, insetti, fiori, cascate, il fiume in basso. Ripasso l'alpeggio, e alle 15:00 sono al ponte dove abbiamo fatto la sosta stamane. Mi fermo, l'accordo è che ci ritroviamo qui. Mentre attendo mi guardo tutt'attorno, e vedo una copia di volatili predatori, color ambrato, con il nido posto il alto sulla mi destra, in una cavità praticamente inaccessibile senza il materiale da scalata. Magari sono due aquile. Si lasciano volteggiare in tondo nelle termiche che salgono, pochi movimenti di coda e rematorie per tenere la posizione, brevi tuffi senza arrivare a terra, poi, senza battito d'ala, risalgono alla quota di lancio. Volo splendido e spettacolare. E la batteria è scarica...

15:30 E' da mezz'ora che sono in posizione "Toro Seduto", gambe incrociate a terra, all'ombra di tre betulle. Ho visto passare un sacco di gente, ma non arriva nessuno dei miei. Poi finalmente compare Rita, mi informa che Danila e Pier hanno deciso di verificare l'altro ramo del sentiero. Noi due partiamo, con Rita che orami tiene un passo in piano da farmi invidia, passiamo Tchezeu, e continuiamo verso il bivio dove i due sentieri si ricongiungono. Ombreggiatura d'alberi ancora più gradita questo pomeriggio, fa davvero caldo. Ci siamo detti già diverse volte di essere stati molto fortunati che il tempo non fosse sempre così bello: la temperatura i primi giorni era molto pIù adatta per camminare.

Arriviamo praticamente in contemporanea a Danila e Pier al bivio. proseguiamo assieme lungo il tratto pianeggiante, poi uiltma discea verso Gimillan.

16:00 Arrivati, c'è da attendere una buona mezz'ora per il bus che ci porterà a Cogne. Veloce ricerca di un bar per il premio partita, chi un gelato, chi una bibita. Scendendo foto al villaggio, se si scarica la batteria non è più un problema :-)

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Seconda volta che il mio dito entra in foto, oggi. A casa resto stupito dalla qualità delle foto scattate con il cellulare. A dimensioni normali non hanno niente da invidiare alla mia reflex. Mumble mumble, ci dovrò fare una ponzata sopra.

Così finisce questa settimana paradisiaca a Cogne. Prima volta che organizzo una cosa del genere, non poteva andare meglio. Posto splendido, itinerari a gò-gò, sentieri tenuti in modo eccellente, albergo quasi al di sopra delle aspettative, meteo clemente non ostante l'estate ballerina. Magari l'anno prossimo il Trentino, una vocina mi ha detto che ci sono percorsi più lunghi con meno dislivello :-)

Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione, poca roba questa volta...

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17 agosto 2011 3 17 /08 /agosto /2011 09:56



Percorso effettuato: Cogne (Q1534) - Sylvenoire - Lillaz (Q1611) - testa delle cascate di Lillaz (Q1720) - Goilles - Desot (Q1833) - alpe Bardoney (Q2229) e ritorno per la stessa via.

Difficoltà del sentiero: T1 da Cogne ai piedi della cascata, T2 il resto.

Dislivello: 800 metri.

Lunghezza del percorso: 18 Km

Sforzo equivalente: 26 Km

Durata (incluse le pause): 8.25 ore

Penultimo giorno di escursioni vacanzifere. Le signore ieri sera hanno complottato tra di loro, e hanno deciso: meta l'alpe Bardoney, passando dalle cascate di Lillaz. A far pendere l'ago della bilancia per questo tragitto sembra siano stati la bellezza del sentiero tra Cogne e Lillaz che passa da Sylvenoire, e la vista sulla valle dietro le cascate dal sentiero naturalistico. L'idea mi aggrada, la guida lunedi sera aveva detto che da questa parte la pendenza è più dolce.

09:10 Stamane il cielo è decisamente più pulito degli altri giorni, e fa ben sperare per la giornata. Abbiamo trovato un negozietto che vende le focacce salate alle olive, oltre a dell'ottima frutta, e ci fermiamo per acquistare il pic-nic. Il Grand Paradiso ha deciso di mostrarsi in tutto il suo fulgore.

2011.07.28-Cascate-Lillaz-alpe-Bardoney 0967
Come ieri percorriamo le viuzze di Cogne per portarci alla stazione di valle degli impianti di risalita, e di nuovo primo pezzo da sherpa nepalese fino al ponte.

2011.07.28-Cascate-Lillaz-alpe-Bardoney 0969
09:50 Arriviamo al pianoro con il baretto ed il capannone, e questa volta prendiamo verso sinistra, seguendo l'indicazione "Sylvenoire". Il terreno ancora umido per la pioggia di ieri, il primo sole fa salire vapori dall'erba.

2011.07.28-Cascate-Lillaz-alpe-Bardoney 0975
Il percorso è semplicemente splendido: piccole radure allungate, congiunte dal sentiero che esce ed entra continuamente nel bosco. Verde e silenzio tutt'attorno, poche persone che fanno jogging o nordic walking.

2011.07.28-Cascate-Lillaz-alpe-Bardoney 0976
10:15 Restiamo alti nella selva, passando Champlong. Sentiero da innamorarsi, di quelli che se me ne dai per 10 ore in una giornata, non batto ciglio.

2011.07.28-Cascate-Lillaz-alpe-Bardoney 0980
10:35 Purtroppo l'incanto finisce prima di Lillaz, e si torna sulla forestale che costeggia il fiume. Passiamo il ponte, ed entriamo a Lillaz.

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Poi via lungo l'agevole sentiero che porta alle cascate, dove arriviamo in un attimo. La zona è molto frequentata, famiglie con bambini, giovani, anziani, gruppi.

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Iniziamo la salita, il sentiero si avvicina e si allontana continuamente, ci sono decine di varianti, c'è solo l'imbarazzo della scelta per il percorso da seguire. Le acque, un incanto, un colore azzurro tenue, condito di schiuma bianca per i salti.

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Due o tre passaggi un pelino più impegnativi, coda senza semaforo tra chi sale e chi scende. Noto con piacere che dove il sentiero si fa più difficile (questo ad ogni modo non è difficile) e richiede un po' più di tecnica, la stanchezza scompare come per incanto, e si risvegliano nuove risorse fisiche e mentali. Intanto in basso cominciano ad apparire i tetti di Lillaz tra le cime degli alberi.

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11:05 Testa della cascata, ponte che la attraversa.

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Voglio la foto della cascata dall'alto. Mi metto con la pancia appoggiata alla staccionata, e la testa inizia a girare, respirazione fuori controllo... Mi distacco in retromarcia, riprendo il controllo, mi riavvicino, vado in apnea e scatto. Che fatica!

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Ci troviamo su di un piccolo pianoro, Chartaset a Q1720. Gran svolazzare di farfalle tutt'attorno, diverse che non avevo mai visto. Tutte impazzite, si fermano per pochi secondi sui fiori, e spesso chiudono le ali invece di lasciarle belle spalancate per permettermi di fotografarle.

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Non c'è evidenza di sentiero per proseguire da qui. Puntiamo su di un casotto al limitare del pianoro, sperando di trovare un qualche cartello.

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Il sentiero dovrebbe proseguire sulla sinistra di questa piccola cascata, per portarci alla valletta superiore. Ci guardiamo attorno, e un poco più in alto, oltre ad un piccolo avvallamento, vediamo dei cartelli. Puntiamo in quella direzione.

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Sentiero trovato, sale seguendo la condotta d'acqua forzata di color verde che scende dalla valle superiore. Il sole inizia a picchiare bene, penso che farà abbastanza caldo oggi. Diversi insetti interessanti, specialmente una cavalletta che quando salta apre delle (finte?) ali di color rosso. Purtroppo non riesco a riprenderla durante il salto.

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Magari nel frattempo sono passato accanto ad un mammuth, e non me ne sono accorto :-)

11:45 Arrivo anch'io in testa alla seconda cascata (a si, avevo dimenticato di dirti che Danila, Rita e Pier mi hanno lasciato indietro alla grande). E come spesso succede, un angelo che attende.

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Piccola pausa rifocillante, sono come un orologio, verso le 11:30 devo mettere carburante in pancia. Poi ci avviamo, e si apre il paradiso.

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Fischietto camminando (spero di non aver spaventato nessuno), e poco oltre il paesaggio si apre su di una piana dolcissima.

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12:05 Il sentiero ci ha condotti a Goilles - Desot, con una casetta deliziosa alla Heidi.

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Lungo questo tratto delle farfalle splendide, che qui in Ticino non avevo mai visto.

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Ancora poche centinaia di metri, e arriviamo al ponte che ci permette di passare sull'altro versante, ed iniziare la salita verso Bardoney. Danila e Pier, gentilissimi, hanno deciso di attenderci.

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Felice. Sono felice. Se il resto dell'escursione è così, è da incanto. A questo aggiungi che sono quattro giorni che girovaghiamo con circa 1000 metri di dislivello al giorno, e le gambe vanno via che è un vero piacere, senza sforzo. Non sapevamo come sarebbe stata, stiamo superando le più rosee previsioni. Il sentiero dopo il ponte inzia a salire.

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passando per prati...

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...e rituffandosi nel bosco.

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13:00 Non ostante la pendenza sia contenuta, le signore mi hanno staccato, ma le ritrovo al punto pic-nic.

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Pier, che utilizza la strategia "cammello" (fa un pieno micidiale a colazione, poi va avanti tutto il giorno senza più mangiare e quasi bere), ha ricevuto il via libera per continuare lungo il sentiero ed andare in esplorazione. Noi ci sistemiamo tra formiche e mirtilli, e via con la focaccia e la frutta.

13:30 Danila e Rita, per motivi vari, hanno deciso di terminare qui l'escursione e rientrare. A me dispiace un po', non dovrebbe mancare molto a Bardoney. Pier tra l'altro non è ancora rientrato, aveva promesso di stare via mezz'ora. Ricevo il graditissimo permesso di concludere l'escursione in solitaria, salire fino a Bardoney, e raggiungere poi i miei compagni a Lillaz. Mi carico il sacco, e parto.

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In spregio a tutte le direttive sugli scarponi che trovi in questo sito, sto utilizzando delle scarpe basse, suola ben profilata, ma senza tenuta laterale, io che ho subito già due volte l'incrinatura dei legamenti della caviglia destra. Sono matto, ma sono leggere, e fin'ora non ho avuto problemi. Le ho utilizzate da martedi (lunedi al Sella ho messo quelli da montagna, non sapendo come sarebbe stato il sentiero), e anche nella discesa dall'alpe Loie non mi hanno mai tradito.

Lungo la salita incontro Pier che scende, gli spiego la situazione, e lo informo che le signore lo attendono lungo la via del ritorno.

13:50 Il sentiero esce dal bosco, ed inizia a spianare, paesaggio tipico da alpeggio.

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 Bella cascata alla mia sinistra.

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Il sentiero davanti a me è un invito a percorrerlo. Comincio a volare, lo spirito in alto ed il corpo senza peso, movimento felice di gambe ed anche, non ho nessun dolore da nessuna parte, anche la botta alla schiena si è riassorbita completeamente. Danza di suole e massi, sguardo veloce che prevede il prossimo passo, armonia profonda tra statico e dinamico.

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Paesaggio splendido, occhi che si riempiono di colori, forme, contrasti. Acqua che canta.

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Il "Rosso e Nero" di Stendhal in cima ad una cresta...

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Vita che fluisce silenziosa.

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Dov'è l'alpe Bardoney? Non mi importa, spero di non arrivarvi mai.

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14:05 E invece, maledizione, arrivo al bivio alpe - lago de Loie.

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Devio verso l'alpe, e inizio a fare una ponzata: "e se continuassi fino al lago per scendere direttamente a Lillaz"? L'unica cosa che mi frena è la pendenza della discesa.

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14:15 Alpe Bardoney raggiunta. In uno dei rustici ci deve essere qualcuno, si vedono il fumo dal camino e le scarpe fuori dalla porta. E due cani, decisamente bisognosi di coccole. Sporchi, probabilmente affamati, ma con gli occhi buoni. E come fai a non dare loro una bella strepenata sulla schiena e sulla pancia?

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Intanto arriva una giovane coppia tedesco-parlante, si fotografano a vicenda. In questi casi mi offro sempre di fare la foto di gruppo, dato che normalmente uno manca. Accettano piu che volentieri. Poi mi rimetto in cammino per il rientro. Ho tempo fino al cartello per decidere se scendere per la stessa via, oppure passare dal lago. Cactus!

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Cartello... Un signore arriva dal lago, chiedo quanto ci vuole, 45 minuti. Roba da niente... Però ho promesso di rientrare dalle cascate... Bé, posso sempre trovare una giustificazione per spiegare perché non l'ho fatto... Poi sulla bilancia vengono messi la discesa dal lago, ed il sentiero nel bosco e lungo la valle, e il piatto pende decisamente per questi ultimi. Ok, rientro per la stessa strada.

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14:35 Qui non è bello solo il paesaggio, ma anche l'opera dell'uomo.

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Ricomincio a volare il sentiero. La discesa "pazza" dell'anno scorso dalla Motterascio al Luzzone mi ha tolto un bel po' di paure per questi tratti. Anche in discesa adesso saetto (almeno, rispetto a prima). Riuscissi a fare la stessa cosa in salita...

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Cactus in fiore, a Q2000 e passa.

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15:25 Mi sono spappato la discesa quasi senza scattare foto. Troppo bello il saltellio da un sasso all'altro, il morbido degli aghi di pino, le curve, il canto del bosco. In neanche un'ora sono arrivato nuovamente al ponte.

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Stavolta non ho Rita davanti, e inserisco il mio passo da pianura. Il sentiero sfila sotto i miei piedi leggero e leggiadro. I pochi escursionisti in circolazione vengono superati. Sono parte integrante di questo paesaggio, mi porta e mi guida, ne vorrei sempre di più.

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Nuovamente in zona farfalle.

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E un "non so cosa sia, ma è proprio bello". Tornato a casa, Elio e Barbara mi comunicano che si tratta di una ghiandaia. Purtroppo la foto non le rende giustizia... Grazie Barbara, grazie Elio!

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15:50 Arrivo al termine della valle dietro le cascate, e appare nuovamente Lillaz.

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Adoro questo obiettivo che passa dal 18 (come la foto appena sopra) al 200 (come per le farfalle) in un attimo :-)

16:00 Lillaz raggiunta. Rita mi ha chiamato e comunicato dove si trovano per la merendina.

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Li raggiungo, e mi gusto un gelato, poi un caffé. Hai mai notato quanto sia buono un gelato (anche industriale) dopo una escursione come questa? La felicità si trasmette al preparato, che migliora istantaneamente. Complice il caldo (ho esaurito quasi tutta la scorta d'acqua), me lo slappo come fosse la cosa più buona al mondo.

16:45 Nuovamente riuniti, ci apprestiamo a rientrare a Cogne. Abbiamo deciso di ripassare dalla Sylvenoire, molto più bello che lungo il fiume.

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Dato che ho già avuto la mia razione di "solitudine", cammino con loro anche se il tracciato mi permetterebbe altre velocità.

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17:15 Gustata anche al Sylvenoire, iniziamo la discesa verso Cogne. Si vede molto bene l'albergo dove siamo alloggiati.

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17:25 Ed eccoci in paese. Cuore che esulta, attesa per una bella cena (la cucina in albergo è ottima), poi pianificazione dell'ultima escursione prima di rientrare alla normalità di tutto l'anno.

Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di particolare).

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12 agosto 2011 5 12 /08 /agosto /2011 09:16



Percorso effettuato: Cogne (Q1534) - Impianti di valle (Q1952) - Belvedere (Q2064) - Montseuc (Q2328) - Impianti di Monte (Q2227) - Belvedere.

Difficoltà del sentiero: T1 da Cogne a Belvedere, T2 per il sentiero naturalistico.

Dislivello: 900 metri in salita, 400 in discesa.

Lunghezza del percorso: 8 Km

Sforzo equivalente: 16 Km

Durata (incluse le pause): 5 ore

Ieri, mercoledi, la meteo ci è stata avversa. Nuvole basse e grigie già dal mattino presto. Così abbiamo tirato fuori una delle escursioni facili, di quelle che avevo pianificato per recuperare sulle gambe, e con armi e bagagli (in questo caso K-Way ed ombrello) abbiamo fatto una bella escursione nella Valnontey, fino al Ponte d'Erfaulets, smontato a causa di una frana sul tratto di sentiero dopo di esso. L'idea era di arrivare nella conca alla base  del Gran Paradiso, per ammirare da vicino i ghiacciai. Niente da fare. Tra andata e ritorno siamo stati in giro un tre orette, sentiero T1 forestale quasi pianeggiante, una goduria per le mie gambe. Alla sera discesa ad Aosta, e cenetta con Massimo e Silvia, dopo la visita di rito alla città.

Oggi la meteo non sembra stabile, ci sono ancora nuvoloni. Consultando la carta scegliamo un percorso abbastanza breve, che ci permetta un rientro veloce in caso di forti precipitazioni. Salita fino al Belvedere, poi anello del sentiero naturalistico.

09:40 Pronti, ho l'ombrello infilato nei passanti del sacco che normalmente si usano per tenere i bastoni da trekking. Penso di essere un po' comico, per fortuna nessuna foto immortala la mia bravata! Il Gran Paradiso non lascia presagire niente di buono per la giornata.

2011.07.28-Sentiero-naturalistico-Montseuc 0847
Passiamo il paese, e saliamo alla stazione di partenza delle cabine che portano a Belvedere. Sulla destra arriva la pista di discesa, ed il sentiero è marcato da quella parte.

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La pendenza è micidiale. Poco sopra, per fortuna, un ponte e l'indicazione di svolta.

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Guadagnato il ponte, il sentiero si fa più umano. Piccola salita, ed arriviamo ad una bella radura nel bosco, con tanto di ristorantino e capannone per le feste. A sinistra per Sylvenoire, a destra per Montseuc.

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10:15 Dopo poche centinaia di metri il sentiero ci riconduce sulle piste di sci: mica la blu o la verde. No, deve essere almeno la rossa. La foto non rende giustizia alla realtà della pendenza: quasi 45°, fondo ghiaioso scivolante. Pier e Danila non si vedono, devono essere già oltre la pendenza. Arranco in maniera miserabile pensando a coloro che scendono di qui in inverno a tutta birra.

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Rita mi fa segno di guardare proprio sul cambio di pendenza. Un camoscio! Ci sente arrivare, ed entra nel bosco sulla destra.

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 Devo avere gli occhi malfatti: riesco facilmente a vedere la microfauna, e non vedo quasi mai la macrofauna. Sicuramente qui in giro c'è di tutto, dalle marmotte agli stambecchi. Non vedo mai niente. In compenso riesco a beccare quelli piccoli.

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10:30 Sento una presenza dietro di me... Mi volto, e vedo Danila e Pier alla base della salita. Boh... Mi raggiungono, e mi spiegano che si sono avventurati verso Sylvenoire, percorso bellissimo, poi sono tornati indietro e hanno iniziato la salita. Ti rendi conto: nel tempo che io ho fatto un terzo di questo pendio (e non è tutta la salita), loro si sono fatti il giretto "fuori pista", sono tornati e mi hanno recuperato. Mi sento miserabile.

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L'unica consolazione è quella che mi rendo conto che ci stiamo alzando molto velocemente. Sull'altro versante della valle la miniera è praticamente all'altezza dei miei occhi.

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Da qui si vedono molto bene le entrate delle tre gallerie.

11:05 Segnale incoraggiante: il piccolo baretto vicino alla stazione di valle dello skilift. Che salita! Non sono tanti metri di dislivello, ma sicuramente non è una di quelle che metterò nel libretto del "da rifare".

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Di fronte a noi, Gimillan.

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11:30 I miei tre compagni sono nuovamente scomparsi. Giro a destra seguendo l'indicazione "Belvedere", la situazione non migliora. Decisamente le piste da sci non sono molto adatte alla salita. Venticello di cresta, alzo lo sguardo...

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...ahahhh. Belvedere raggiunto. In effetti da qui la vista è bella. In particolare mi colpisce la valle dietro del cascate di Lillaz. Non lo so ancora, ma Danila e Rita decideranno questa sera di farla domani, e sarà una delle due più belle di questa settimana.

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Siamo un po' sopra alla prima miniera, da qui la si vede benissimo.

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Dopo una salita così, un cappuccino ci sta proprio bene. Provvidenziale il baretto appena sopra la cabinovia. la meteo nel frattempo si è stabilizzata, ed il cielo si è aperto, Mi sento moooolto buffo con il mio ombrello infilato nel sacco.

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12:05 Sistemate varie pendenze, affrontiamo la sfida del sentiero naturalistico.

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Lungo tutto il percorso diversi cartelli didascalici, tutti preparati in modo eccellente e molto esplicativi, guidano il turista tra la morfologia della zona e la vegetazione presente, tra gli habitat e gli ospiti che li popolano. Decisamente uno dei percorsi didattici meglio preparati che ho esplorato fin'ora. Il sentiero si innalza quasi subito, portando ad una cresta che guarda verso Valnontey.

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Salendo la vegetazione inizia a diradarsi, ma i pochi alberi presenti sono devi veri giganti, anche quando ormai morti.

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12:35 Sto andando in ipo(glicemia). La salita non sembra finire mai. Danila e Pier in un'altra dimensione, Rita che rallenta gentilmente per attendermi. Una sosta mi permette di vedere per la prima volta il Gran Paradiso quasi per intero.

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La cresta inizia a stringersi, verticalità da entrambe le parti. Sento strani movimenti nello stomaco, non causati dal serbatoio basso. Sguardo fisso in avanti, e controllo della respirazione.

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Poco oltre, il pino cembro forma il basamento del sentiero.

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13:20 Incredibile, tre persone ed una croce. Sono arrivato alla cima del Montseuc. Una barretta di cereali mi ha tenuto vivo fino a qui, ma ora la pausetta ci vuole proprio. Banana, un po' di frutta secca, un'albicocca, e mi rianimo subito.

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Poi firma del libro di vetta.

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13:50 Il mio ombrello è sempre allacciato al sacco, due turisti francesi presenti in vetto lo guardano in modo decisamente ironico. Salutiamo, e ci rimettiamo in marcia. Tratto all'aperto, tanta bella microfauna e flora, come questa cactacea a Q2300.

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E finalmente il MIO sentiero.

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14:10 In un attimo siamo arrivati alla stazione di monte dell'impianto dello scilift.

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Deve essere punto di meditazione, dato che non ostante non ci sia nessuno in vista, troviamo una sedia da contemplazione.

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Ma il vero spettacolo è la conca glaciale appena oltre il crinale. Un cartello spiega in modo esaustivo e chiaro come si è formata, i vari periodi che l'anno contraddistinta, il movimento delle morene frontale e laterali. E la conca è chiusa da una poesia di roccia.

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Da qui iniziamo l'ultimo tratto di discesa verso Belvedere, sentiero decisamente agevole.

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Ci fermiamo a leggere tutti i cartelli didascalici, i miei complimenti agli autori, e alle 14:45 arriviamo a Belvedere. Già durante il pranzo abbiamo deciso che bello o brutto, la discesa lungo la pista di sci non la facciamo. Fosse un bel sentiero, nel bosco, si potrebbe prendere in considerazione, ma per rovinarsi le gambe e le ginocchia su quel fondo ghiaioso, no.

15:10 Siamo nuovamente a Cogne, discesa tranquilla con la cabina. Sembra che la meteo si stia rimettendo al brutto, sperem ben per domani...

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Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).

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8 agosto 2011 1 08 /08 /agosto /2011 09:56



Percorso effettuato: Cogne (Q1534) - Lillaz (Q1611) - Alp de Loie (Q2219) - Lac de Loie (Q2344) e ritorno per la stessa via.

Difficoltà del sentiero: T1 da Cogne a Lillaz, T2 per la salita.

Dislivello: 1000 metri.

Lunghezza del percorso: 12 Km

Sforzo equivalente: 22 Km

Durata (incluse le pause): 8 ore

Oggi, secondo i piani originali, avrebbe dovuto essere giornata di passeggiata tranquilla, per permetterci di recuperare sui muscoletti. Danila ieri pomeriggio rientrati dal rifugio Sella, ci fa notare però che a partire da mercoledi la meteo dà pioggia, forse varrebbe la pena piazzare dentro qualcosa di intenso per martedi, e lasciare le passeggiatine per le giornate uggiose. Il ragionamento non fa una grinza, e complice il fatto che né Rita né io sentiamo male alle gambe, passo all'ufficio delle giude alpine per farmi consigliare una escursione con un po' meno dislivello. La guida presente non ha molta voglia di darmi consigli, e butta là qualche idea senza grande convinzione. Capisco l'antifona, non la voglio assumere...

Dopo cena tiriamo fuori la cartina, e dato che siamo tutti amanti dei laghi e laghetti, la scelta cade sul Lac de Loie, sopra Lillaz. Ci sarebbe anche la possibilità di fare un anello, passando per Mont Bardoney, e scendendo dalla valle dietro le cascate di Lillaz, cosa buona, dato che la guida mi ha detto che la pendenza del percorso diretto è piuttosto tosta.

09:10 Tutti pronti al via, la perturbazione annunciata per domani sembra essersi già portata avanti con il lavoro.

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Imbocchiamo la bella forestale che porta a Lillaz, come ieri sono contentissimo, ho tutto il tempo di scaldare i muscoli prima di affrontare la salita.

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Percorso sostanzialmente piano, restiamo uniti tra momenti di ciacole e silenzi per ascoltare i canti degli uccelli e del fiume che corre alla nostra sinistra.

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09:50 Sempre lungo il fiume passiamo l'insediamento di Champlong, che resta sull'altro lato.

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10:00 Alle porte di Lillaz, zona attrezzata per i pic-nic. Dato che siamo in una regione di allevamento delle mucche, mi sembra giusto che l'attività di mungitura venga attuata anche sui turisti :-)

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Chissà se fanno sconti per grandi quantità? Passiamo l'abitato di Lillaz, e sull'altro versante del paesino troviamo la forestale che porta fino ai piedi delle cascate, bel percorso, pensato anche per persone con difficoltà motorie o ipovedenti.

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A due terzi del percorso (breve) verso i piedi della cascata, sulla destra parte il nostro sentiero.

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Alla nostra sinistra il canto sinfonico delle cascate, da mettere in lista per una delle prossime giornate.

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Il discorso adesso cambia, però. Il sentiero parte subito deciso seguendo un crinale che divide due vallette. In brevissimo ci alziamo bene, e io comincio ad arrancare, mentre loro tre, come al solito, scompaiono.

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10:30 Ad occhio e croce sono alla stessa altezza della testa delle cascate, circa Q1720. Le gambe mi stanno chiedendo se sono scemo o cosa, abbiamo già fatto un bel po' di salita ieri, cos'è questa storia? Le faccio tacere, e ordino loro di continuare.

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Anche perché dietro di me è comparso un Gigante, distante ma ben visibile: il Monte Bianco.

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Resto affascinato dalla sorellina minore della grande cascata. Probabilmente nessuno viene qui per visitarla, ci passano tutti perché è sulla via di salita. Eppure, nel suo esile mormorare, anche lei contribuisce al canto del fiume più in basso, e senza tanti strombazzamenti, esegue il suo compito senza farsi notare, come fanno tante persone ogni giorno compiendo il loro lavoro.

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Saluto doveroso alla cascatella, poi via lungo il morbido sentiero, passetto dopo passetto.

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11:10 Lungo la via noto le rose alpine con i loro frutti, una persona che sta facendo scalata sulla parete opposta, e tante tante persone che mi sorpassano senza nessun ritegno. Raccolgo i guanti di Rita da terra, devono aver fatto una sosta in questo punto... Chissà dove sono orami... Decido per una sostina anch'io, il serbatorio è quasi vuoto. Se non altro mi consolo con la vista della valle di Cogne da un punto discretamente elevato.

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11:35 Salita, e ancora salita. Ormai sono all'altezza di uno dei due insediamenti minerari posti quasi di fronte a Cogne. Questo, il più vecchio, quando visto direttamente mostra la galleria d'accesso alle zone di scavo.

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Il secondo, più in alto, era quello più reditizio, ma si vede unicamente il grande edificio che ospitava i minatori.

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12:00 Si rientra nel bosco, la salita non finisce più.

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Comncio ad essere un po' scorato. Tutti che mi sorpassano, forse ho sbagliato attività. Ma non mollo facilmente, stringo i denti, e via un altro passetto. 

12:20 Due teste conosciute! Il sentiero si apre all'improvviso sull'alpe de Loie, senza preavviso, e due buone samaritane mi hanno atteso.

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Mi guardo in giro, altro alpeggio abbandonato. Sembra che qui non nessuno più carichi gli alpi. Tendenza in atto purtroppo anche in Ticino, col tempo questi spiazzi verranno rioccupati dal bosco.

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Il sentiero finalmente spiana, e posso dare tregua ai poveri quadricipiti. Mi meraviglia sempre cosa riescano a fare, tenuto conto del poco volume che hanno. Non sono forti, ma hanno una grande resistenza, compagni fidati. Passiamo una piccola ganna...

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...con vista sulla valle di Cogne.

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12:45 Non dovrebbe mancare molto, secondo la cartina sono solo 150 metri dall'alpe al laghetto. Mmmmh, non ho guardato le curve di livello: non potevano farci arrivare con un bel percorso di tre chilometri. No, salita nuda e cruda.

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Bello il paesaggio, però. Forte, molto roccioso, anche se qui la vegetazione sale di almeno 400 metri più in alto che in Ticino.

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13:00 La salita termina, breve percorso pianeggiante che passa la chiusura della valletta, ed infine appare il laghetto de Loie. Rimango incantato dal suo verde, molto simile a quello del laghetto Sfille.

2011.07.27-Alp-e-lac-de-Loie 0803
Piccolo gioiellino, tante persone tutt'attorno. Ci piazziamo per il nostro pic-nic spartano. Ho portato con me una bandierina delle preghiere tibetana, ce l'ho nel sacco da posare per Floriano e i nostri cari (i tuoi, i miei), ma c'è troppa gente, vorrei trovare un posto più tranquillo, più intimo. Durante il pranzo discutiamo a quattro sulla via da seguire il ritorno. Il pensiero della discesa dalla stessa parte non ci ispira particolarmente, decidiamo di arrivare a Mont Bardoney (siamo praticamente in quota) e scendere da li: più lunga chilometricamente, ma anche meno pendente.

13:30 Sembra che abbiamo un cronometro incorporato: 30 minuti di pausa, e senza bisogno di parlare siamo tutti pronti per partire. Salutiamo il laghetto.

2011.07.27-Alp-e-lac-de-Loie 0812
13:45 Arriviamo al passo che dà accesso alla zona del Bardoney. In effetti, guardandola, sembra lunghetta, e nel frattempo il cielo si è oscurato pesantemente. Al cartello rivalutiamo la situazione, e decidiamo per il ritorno dalla via di salita: la probabilità di trovarci in mezzo ad un temporale durante la discesa da questa parte è troppo alta.

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14:00 Così torniamo sui nostri passi, e ripassiamo dal laghetto.Uscendo dalla valletta che contiene la conca, bella veduta sulla parte opposta.

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14:20 Siamo nuovamente all'alpe de Loie. Breve sosta per regolare gli scarponi prima della discesa. Rarità da queste parti, noto del quarzo (non cristallizzato), Ce n'è decisamente meno che in Ticino, roccia di origine diversa, questa.

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Scendendo (come salendo), attenzione a non schiacciare le formiche. Abbiamo visto diversi formicai, sia a terra che in vecchi alberi. Non sono sicuro di riuscire ad evitarle tutte, ma ci provo.

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14:45 Poi arrivi in punti come questo, con la vista spettacolare sulle cascate, e il ricordo della fatica scompare d'incanto.

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Sarà che siamo discretamente allenati, sarà che non abbiamo voglia di prendere la pioggia, ma stiamo scendendo molto più velocemente di quanto immaginassimo.

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15:30 In effetti in poco più di un'oretta ci ritroviamo sulla foresta della cascata. A conti fatti si sarebbe potuto fare il giro da Bardoney, durante la discesa il cielo si è nuovamente aperto. Molto variabile da queste parti, e difficile fare previsioni.

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15:45 Arriviamo a Lillaz, e decisamente una sosta birra / caffé / gelato ci sta. Troviamo un bel giardinetto, via i sacchi, e ci godiamo il refrigerio, dato che la temperatura ha iniziato ad alzarsi. Fin'ora ci è andata bene, non è mai stato troppo caldo per camminare.

16:15 Sistemata la quenta, rimettiamo i sacchi e ci riavviamo. Passato il ponte, come ieri, chiedo il permesso di "spararmi" il tratto da qui a Cogne, percorso particolarmente indicato alla mia struttura. E come ieri ricevo il permesso.

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Mi sgodurio la forestale, le gambe che filano senza intoppi non ostante i bei metri di dislivello infilati ieri e oggi. Viaggio come un treno, sorpasso famiglie, nord-walkisti, tutto e tutti. Passo regolare, da metronomo interno, non faccio fatica.

2011.07.27-Alp-e-lac-de-Loie 0841
16:45 E come ieri, arrivato al parco dell'hotel, mi piazzo per attendere i miei compagni...

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17:05 ...che arrivano dopo venti minuti. Rita ed io siamo felici, l'anno scorso quando avevamo fatto in due giorni il Tomeo e lo Sfille, il secondo giorno le gambe erano legnosette. Quest'anno invece, sembra andare tutto bene. Magari siamo quasi pronti per il trekking estivo di una settimana del CAS Ticino :-)

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3 agosto 2011 3 03 /08 /agosto /2011 15:03



Percorso effettuato: Cogne (Q1534) - Valnontey (Q1670) - Pascieux (Q2224) - rifugio Vittorio Sella (Q2588) e ritorno per la stessa via.

Difficoltà del sentiero: T1 da Cogne a Valnontey, T2 per la salita.

Dislivello: 1'100 metri.

Lunghezza del percorso: 12 Km

Sforzo equivalente: 23 Km

Durata (incluse le pause): 8.5 ore

Sono arrivate le vacanze!!!! Dopo una bella settimana al mare a inizio luglio, seconda tornata di una settimana. Questa volta ho messo in programma qualcosa di speciale: una vacanza a Cogne (Valle d'Aosta), con escursione giornaliera, meteo permettendo. Massimo, che abita a Saint-Vincent, mi aiuta a trovare albergo, cartine, e percorsi. Lui e suo fratello Alain gestiscono da una decina di anni uno splendido sito pieno di escursioni, foto, tracciati, testi, e tanto altro sulla montagna. Gentilissimo si presta, e come ricompensa offriamo a lui e alla moglie Silvia la cena mercoledi ad Aosta.

Con noi Danila e Pier, rodati e scafati. L'idea iniziale era di fare un giorno escursione dura, e un giorno qualcosa di leggero, dato che Rita ed io non sapevamo se avremmo tenuto botta per una settimana filata. Per finire, di escursioni di un certo impegno ne abbiamo fatte cinque, con circa 5'000 metri di dislivello: test superato per noi due. Per Danila e Pier, penso fosse roba di normale amministrazione :-)

L'albergo (Sant'Orso) che abbiamo utilizzato come base di partenza, è ottimo, e te lo posso consigliare. L'unico dubbio è la meteo: quest'estate ballerina non sembra voler dare tregua con le sue pioggie. Accendiamo qualche cero prima di partire, ed incrociamo le dita.

La zona di Cogne si trova nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, massiccio che si eleva tra il Piemonte e la Valle d'Aosta, e che possiamo intravvedere con i suoi ghiacciai dal nostro albergo, in fondo alla valle che porta a Valnontey. Sentieri curatissimi, numerati sulla cartina e sul terreno, impossibile perdersi.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0559
08:30 Pronti per la prima escursione: salita al rifugio Sella. Tengo d'occhio la meteo della zona da diversi giorni, con alterne fortune. Un sito mi dice pioggia tutta la settimana, un altro bello, un altro ancora variabile. Per sicurezza nel sacco carichiamo roba calda e K-Way. Intanto però la situazione non sembra essere male.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0557
Dietro l'albergo prendiamo la forestale che conduce a Valnontey. Larga, comoda, adatta anche a passeggiate con il passeggino.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0565
Ci godiamo il percorso tranquillo nel bosco, il fiume che canta alla nostra sinistra, piccoli sali-scendi tanto per scaldare i muscoli. Percorso delizioso, che rifaremo mercoledi con la pioggia.

09:15 In vista di Valnontey. Passiamo un maneggio, i cavalli già pronti e sellati per i turisti. Davanti a noi il gruppo del Gran Paradiso, con le bianche lingue di ghiaccio che scendono. Si capisce anche che fino a non molto tempo fa le stesse erano più consistenti e lunghe: la roccia mostra evidenti i segni del lavoro durante i secoli.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0574
Il paesaggio è decisamente diverso da quello ticinese. Presenza rilevante di minerali di ferro, zone rosse evidenti lungo tutte le catene. Sopra Cogne, durante il Medio Evo, erano attive delle miniere di questo minerale.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0572
Dal centro del paesino, raccolto attorno al ponte, parte il nostro sentiero. Mentre iniziamo la salita, Danila nota un camoscio che bruca tranquillamente in un prato, senza curarsi di niente.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0580
09:30 Passiamo l'entrata del giardino botanico alpino "Paradisia". Avevo previso di farci una capatina durante una delle tre giornate tranquille, dato che sia Danila che Rita sono appassionate di fiori. Il sentiero continua contornandone il perimetro, e possiamo sbirciare all'interno: aiuole ben tenute, delimitate da sentieri.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0583
Adesso inizia la salita dura e pura, divisa in tre fasi: la prima ci porterà fino alla testa della cascata che scende dal pianoro del rifugio, il secondo tratto lungo un costone parallelo alla valletta della cascata fino ad un ponte, e dopo il ponte ultimo tratto per arrivare al rifugio. Il pezzo più pendente (e impegnativo) è il secondo. Ma è inutile fasciarsi la testa prima di averla rotta, così, fintanto che ho ancora fiato, mi sollazzo con fiori e insetti.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0587
Sentiero bello roccioso, di quelli che il mio durone non gradisce molto. Ma sarà peggio in discesa...

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0590
Saliamo a zig-zag all'interno di un bosco, lungo un cono di frana che si restringe man mano che ci alziamo, rendendo sempre più vicini i tornanti. La cascata si fa sentire bene, ma gli alberi impediscono di vederla per la maggior parte del tempo.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0591
In uno scorcio, Valnontey.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0606
Nei punti estremi, alle curve, si esce per poco dal bosco, e ci si ritrova confrontati con capolavori rocciosi e verticali.

2011.07.25-Rifugio-Vittorio-Sella 0595
10:20 Testa della cascata. Un ponte in legno ci permette di attraversarla. Il parapetto è alto, riesco a sporgermi per una foto.

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Con la cascata termina definitivamente anche il bosco, e la salita aumenta la pendenza. Già i miei compagni mi hanno dato un bel distacco, adesso mi doppieranno pure...

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E pensare che Vittorio Emanuele II veniva su di qui almeno una volta all'anno, per andare a caccia di stambecchi. Era tutta proprietà privata, una volta.

10:50 Arrivo ad un primo alpe, Pascieux. I miei compagni ormai sono fuori vista, e il mio stomaco reclama un po' di carburante. Trovo un bel sasso all'ombra, sotto un pino cembro, e mi faccio la pausetta merendina. Nel frattempo diversi altri gitanti passano, compresa una coppia scozzese, già avanti con gli anni, con la quale scambierò diverse frasi sia in salita che discesa, dato che più o meno andiamo alla stessa velocità :-)

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Terminato il riempimento mi rimetto in cammino, mancano ancora un bel po' di metri fin lassù. Intanto il sentiero sopra di me sembra spianarsi, cosa che mi fa ben sperare.

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11:10 Là in alto, appare una croce, e quella che sembra una terrazza. Che sia il rifugio? Dai che non manca molto.

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11:30 Invece no. Fregatura. Il sentiero scende dal costone che ho percorso per portare al secondo ponte, ed iniziare la salita dall'altra parte. E io che avevo detto a delle ragazzine francesi che forse si, il rifugio era quello :-(

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Piccola discesa al ponte...

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...e poi via con lo zigo-zago.

11:40 La cima rossa si avvicina sempre più. Sul terreno segni di basalto, magnetite, e altra robetta geologica. Penso che Amedeo si troverebbe a casa sua qui, e saprebbe spiegarmi molte cose della formazione di queste montagne.

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La fatica non mi impedisce di godermi il Gran Paradiso, che gentilmente si è avvicinato.

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12:20 Sono in zona "croce che ti fa pensare che li ci sia il rifugio". In effetti da qui si vede che si tratta di un alpeggio, e quella che sembrava una terrazza, in realtà è un recinto. In giro solo un lama e due asini.

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Una consolazione c'è: inizio a sentire vento di cresta, in che vuol dire che bene o male cambia la pendenza, lassù. In effetti poco sopra il sentiero inizia a spianare, e appare la conca all'interno della quale si trova il rifugio: bellissima.

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12:35 Un edificio!!!! Un po' piccolo per essere il rifugio... In effetti si tratta del "Casotto del Lausson", e due persone stanno facendo la guardia: Pier e Rita si sono dati il cambio (Pier è arrivato da una buona mezz'ora) per essere sicuri che non mi fossi perso.

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Piccolo dosso, e finalmente appare il complesso di edifici (ben tre) che formano il rifugio.

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Punto di passaggio importante dell'Alta Via #2 della Valle d'Aosta, si trova tra Valnontey e Valsavaranche. C'è un piccolo passo da fare per andare di là, a Q3200. Mi sarebbe piaciuto arrivarci (sono un due orette ancora), ma decisamente sono partito troppo tardi.

Ci ritiriamo nel rifugio per il pranzo, e veniamo serviti da una ragazza del Camerun. Studentessa, parla benissimo l'italiano, è qui per guadagnare qualche soldino. Deve essere ai primi giorni di lavoro, la guardiana (con un bel "Brontolo" scritto sulla maglietta) la insacca a ripetizione. Minestrone, fetta di torta stra-abbondante, thé caldo.

13:45 Nell'oretta di pausa il cielo si è rannuvolato per bene, e siamo preoccupati per il tratto centrale di discesa, sasso-terroso, che se si bagna mi sa che non tiene mica tanto. Tra calo di temperatura esterna, avvio della digestione, e immobilità ci siamo raffreddati, per cui infiliamo quasi tutto ciò che abbiamo prima di iniziare la discesa.

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Pier è partito un po' prima, dato che gli piace scendere con calma. Davanti a noi si apre la valletta, che vista da qui ha tutto un altro aspetto :-)

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14:30 Decisamente scendere è più facile che salire: siamo già al ponte.

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Il cielo non è quello d'Irlanda, ma fa la fisarmonica ugualmente. Un po' si apre, un po' si rannuvola nuovamente. Manteniamo il ritmo per cercare di arrivare almeno al secondo ponte prima che inizi a piovere, se proprio deve farlo.

Verticalità.

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Poco sopra il ponte, c'è un secondo sentiero che scende con pendenza costante senza attraversare. Ci sarebbe piaciuto passare di li, ma un bel cartello (visto già durante la salita) indica che è chiuso. Penso arrivi direttamente nel bosco, senza passare neanche il ponte della cascata. Abbiamo discusso in rifugio, e deciso di non rischiare: magari è franato più avanti.

In diverse zone il colore della roccia fa pensare alla presenza di dolomia saccaroide.

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15:30 Tratto centrale terminato. Siamo scesi talmente veloci che abbiamo potuto permetterci anche una piccola pausa presso un insediamento diroccato, complice il vento che ha spazzato quasi tutte le nubi.

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Da qui la situazione si ritranquillizza. Scendiamo bene, reincontrando la coppia scozzese per l'ennesima volta.  

16:10 Discesa terminata, siamo a Valnontey.

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16:15 Passato l'insediamento, chiedo ai miei compagni di poter sgranchire le gambe, e andare alla mia velocità. Sono solo 3.5 Km fino a Cogne, giusto quel tanto che basta per mettere l'overdrive. Impietositi dalla mia situazione disperata, mi concedono il privilegio. Parto salutando il cavallo, che invece di camminare non sembra più aver voglia.

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Le gambe reagiscono bene, e via a due passi al secondo, 1.9 metri, ritmo di corpo e non di testa. Sento appena appena i muscoletti, hanno retto bene a questa prima fatica. In breve mi lascio indietro Rita, Danila e Pier, ed inizio i sorpassi sulla forestale.

16:45 Cogne raggiunta. Mi piazzo su di una sedia del giardino del nostro albergo per attendere il resto della compagnia.

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17:00 Ed eccoli, infne :-)

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Per terminare in bellezza, dopo una bella doccia, cappuccino, giornale, sudoku diabolico, e cenetta deliziosa. Prima giornata memorabile.

Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).

 

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Geolocalizzazione: Svizzera, Ticino, Sopraceneri, Sottoceneri, Leventina, Bedretto, Blenio, Riviera, Mesolcina, Calanca, Maggia, Verzasca, Onsernone, Muggio, Bellinzonese, Locarnese, Luganese, Mendrisiotto 

 

Interessi: trekking, escursioni, passeggiate, foto, natura, rifugi, capanne, flora, fauna, laghi

 

Percorsi: forestale, sentiero, transumanza, valico, passo, bocchetta, ganna