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  • : Passeggiate sulle montagne del Ticino
  • : Diari di viaggio delle passeggiate prevalentemente sulle montagne del Ticino, con foto e testo. Articoli tematici e links utili per la pianificazione di una escursione. Trekking ed escursionismo per tutti.
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21 ottobre 2009 3 21 /10 /ottobre /2009 08:08



Percorso effettuato: Cozzo (Q1030) - Agriturismo alpe Cottino (Q1450) - Passo del San Lucio (Q1542) - Alpe Pietrarossa (Q1548) - Moncucco bivio (Q1605) - Signôra (Q990).

Difficoltä: sentiero T2.

Dislivello: circa 700 metri.

Lunghezza del percorso: 15 chilometri.

Sforzo equivalente: 22 chilometri.

Durata (incluse le pause): 7 ore.

Riferimenti:Agriturismo alpe Cottino, capanna San Lucio, la via del Ferro, ciaspolata del 15.02.2009 al San Lucio.

Osservazioni: non ostante la lunghezza del percorso, ho inserito questa gita sotto "passeggiate per famiglie" dato che non comporta nessuna difficoltà montana, il percorso è splendido, e lo si può fare anche con dei bimbi allenati.

Questa settimana ho fatto il pigro: Danila e Pierfranco si sono offerti di organizzare l'uscita domenicale, per cui, a parte consultare la meteo, non ho dovuto preoccuparmi di niente. Avevo addocchiato questo percorso durante l'escursione del 15.02.2009, da Certara al passo del San Lucio con le ciaspole: vedendo la chiosa di montagne che delimita la Valcolla in direzione del Camoghé, mi era venuta una gran voglia di percorrerla, e Danila e Pierfranco hanno esaudito questo mio desiderio. Conoscono queste zone come le loro tasche, le hanno percorse in tutte le stagioni e con tutte le situazioni meteo, per cui vado ad occhi chiusi...

Lunedi, dopo l'escursione al laghetto di Chironico, è arrivata una tempesta di aria fredda dalle zone polari, e non ha ancora cessato di impazzare. Rita ed io carichiamo il sacco con un bel po' di roba calda, dato che la temperatura non è più estiva. Prevediamo di essere sui 0°C verso la cresta, e se soffia il vento, sono dolori...

Appuntamento alle 8:30 a Signôra (chissà perché lo scrivono con l'accento circonflesso?). Arriviamo puntuali, c'è il cartello sulla strada, di Pier e Danila nessuna traccia. Dopo una decina di minuti, telefonata, Danila ci informa che sono a Signôra di Sopra (noi siamo Sotto). Puoi immaginarti, una località di forse 250 anime, divisa così? Ci inerpichiamo con l'auto su di una stradina con pendenza da cremagliera, stretta, e arriviamo alla strada superiore della Valcolla. Carichiamo Danila e Pier, e partenza per Cozzo lasciando a Signôra lo loro auto, per poter rientrare.

09:00 Abbiamo piazzato la nostra auto, e iniziamo la salita su di un sentiero senza cartello giallo. Non mi preoccupo, Danila e Pier possono percorrere queste zone ad occhi chiusi... Foto di Cozzo, senza sole, fa freddo, e tira vento...


Pier mi consola dicendomi che la prima mezz'oretta sarà duretta, pendenza impegnativa, poi le cose andranno meglio. Non sono mica tanto sicuro se credergli, ma ormai siamo per strada...

09:10 Usciamo dal bosco, e il sole inizia a scaldarci, cosa estremamente gradita, dato che il vento, a folate, è veramente polare. Verso Ovest inizia ad aprirsi il panorama su tutta la Valcolla, verso la catena del Tamaro-Lema.


09:35 Pier aveva ragione. Dopo la prima mezz'oretta siamo arrivati ad un piccolo alpeggio, occupato dalle mucche scozzesi, e da qui il sentiero, pur salendo ancora, è molto più dolce.


09:50 Il sentiero rientra nel bosco, e la temperatura cala nuovamente. Per fortuna siamo ben equipaggiati. Percorriamo tutta una serie di vallette nel faggeto, portandoci sopra Bogno, in direzione dell'alpe Cottino.


10:05 Arriviamo al crocevia con il sentiero che sale da Bogno: lo avevamo percorso in agosto per salire alla sera, dopo il lavoro, fino all'alpe Cottino per festeggiare due compleanni, con rientro in notturna con le pile frontali (fighissimo). Il bosco cambia, e iniziano a dominare le conifere. So che da qui non manca molto alla cima.


10:20 In effetti in un attimo arriviamo all'alpe, caratterizzato dall'allevamento dell mucche scozzesi (se ne trovano diverse anche all'alpe Musgattina, salendo da Corticiasca verso la capanna del monte Bar), e dalla struttura adibitia a ristorante.


Le mucche stanno sulle loro, sembrano meno curiose delle nostre autoctone. Una mi osserva persino con diffidenza...


Ci ripariamo sotto la terrazza principale, per indossare un po' di vestiti in più: siamo a Q1450, e la temperatura ormai è attorno allo zero. Poi via per l'ultimo strappo fino al passo del San Lucio.


10:35 Eccoci fuori dal bosco, ad un tiro di schioppo dal passo. Si vedono la capanna svizzera, e quella italiana, e sopra di noi il Garzirola, che costeggeremo più o meno alla quota a cui ci troviamo. L'aria è tersa come non lo era da moltissimo tempo, il vento ha anche i suoi benefici.


E bellssima la vsita verso Ovest: in questa foto, nella catena più vicina, da destra a sinistra puoi vedere Manera (con la grande antenna), il Tamaro, il Gradiccioli, il Lema, mentre nella catena della alpi Vallesane,da sinistra verso destra, il massiccio del Monte Rosa con la cima Dufour, la cima del Cervino, il Dom, e tante altre di cui non conosco il nome.


Il termometro esterno della capanna svizzera marca -1°C, sopportabilissimo, se non fosse per il vento, che diminuisce la temperatura apparente di un buon 10-15 gradi. Entriamo nella capanna, per bere un thé caldo.


Quando venimmo il 15 febbraio, c'era talmente tanta neve che fuoriusciva unicamente la fila di finestre del primo piano... Siamo in pochi, ma per bere un thé ci impieghiamo mezz'ora, e non era neanche incandescente :-)

11:10 Siamo riusciti a berlo, e a pagare. Usciamo, e mentre assaporiamo il paesaggio, un escursionista solitario si avvicina, e ci chiede se ci siamo già conosciuti... Rifletto, non sono fisionomista, e non vorrei fare brutte figure, ma proprio non mi sovvengo di questo signore. Anche lui ci pensa un po', poi esclama "Ah si, vi ho visti su Internet...". Devo essere sincero: la cosa mi ha fatto piacere. Chiacchieriamo qualche minuto, poi ci congediamo. Io ne aprofitto per fotografare la chiesetta del passo (anche di questa si vedeva unicamente la parte sopra le arcate)...


La capanna italiana...


...e il percorso che faremo: da destra verso sinistra, passando le pendici del Garzirola, da cui nasce il Cassarate, fino all'attacco del monte Bar.


Tutti con la giacca a vento, per ripararsi dal vento, già forte di suo, e ancora più intenso in cresta. Il percorso fino al bivio di Moncucco è un dolce sali-scendi, roba di tutta tranquillità, estremamente adatto per le mie caratteristiche. Cammino leggero, il sole che mi bacia quasi la fronte, gli occhi che si riempiono di verde e di azzurro. Lungo la via incontriamo alcuni gruppi di escursionisti (prevalentemente di lingua tedesca) che stanno percorrendo il sentiero nella direzione opposta. E lassù, un grande rapace. Questa potrebbe essere un'aquila...


E sul sentiero, le prime avvisaglie dell'inverno incombente: ghiaccio.


Il gruppo si sfilaccia nelle salite, con Pier in testa, e si ricompatta nelle zone pianeggianti. Il terreno è completamente aperto, non è sentiero da percorrere in piena estate. Un albero, una betulla, cattura la mia attenzione: colpita, quasi sradicata, battuta dalle intemperie e probabilmente una valanga, e ancora combatte, trovando la forza di buttare le foglie. Ammirevole.


Lungo la via, una bella mucca scozzese, piazzata sul sentiero, muggisce "Non passa lo stranier...". Le giriamo attorno? Dalla parte della testa o della coda? Io propendo per la testa. si sa mai che tiri un calcio. Danila interviene in modo alessandrino, e risolve il nodo gordiano dando una bella pacca sul sedere alla mucca, la quale, capita l'antifona, si sposta.


Lungo la via, segni di ferro. In effetti non siamo lontani dalla valle Morobbia, dove, durante il Medioevo, lo stesso veniva estratto e lavorato. Salendo dalla valle Morobbia fino al passo del San Jorio (altro percorso da fare), e scendendo verso Chiavenna, si incontrano resti di fucine dove il materiale veniva preparato, per essere poi portato a valle. In val Morobbia si trovava un maglio, e qui in Valcolla pure, con un nome di difficile interpretazione. Maglio di Colla.


Vegetazione ce n'è davvero poca, ma la poca è splendida: due sorbi con i frutti quasi maturi.


Man mano che ci spostiamo verso Ovest, seguendo la curva della montagna, il paesaggio cambia. Scompare il Tamaro, scompaiono le alpi vallesane, ed inizia ad aprirsi la vista verso Sud-Ovest, il lago di Lugano, il Salvatore, e le montagne sopra Lugano. E laggiù, in fondo in fondo, riusciamo ad intravvedere gli Appennini Liguri.


Il vento va a raffiche, ma sembrerebbe calare di intensità. Ormai soffia da una settimana, e a Bellinzona lunedi era una vera tempesta. Lungo il cammino passiamo diverse vallette, dalle quali scendono piccoli rivi d'acqua, i quali, arrivati a valle, confluiscono nel fiume che scende fino a Lugano, la attraversa tutta, sfocia nel lago di Lugano all'altezza della biblioteca cantonale.


 Una di queste sorgenti è protagonista di un concorso di bellezza: una cascatella di ghiaccio si pavoneggia accanto ad una cascatella d'acqua, facendo a gara per essere la più bella.


Rita ormai ha indossato la tenuta invernale, a protezione totale: sopporta meno bene di me il freddo.


Più avanti, un altro guardiano del sentiero, bellissimo nella sua solitudine.


13:00 E' da quasi due ore che camminiamo, e l'ipoglicemia inizia a farsi sentire. L'idea era di arrivare fino all'alpe Pietrarossa, ma la pausa extra lunga alla capanna ci ha fregati un po' con i tempi. Cosi cerchiamo un posticino esposto al sole, e possibilmente riparato dal vento per il nostro pic-nic. Troviamo una conchetta che sembra fatta al caso nostro, e ne prendiamo possesso.


Il ristorante offre anche un panorama splendido, senza sovrapprezzo. Il lago di Lugano con i suoi vari rami, il laghetto di Muzzano, il San Salvatore, il monte di Caslano, la piana di Agno,


Mentre mi gusto il panino, il thé caldo, e il panorama, una cavalletta decide che i miei pantaloni sono il posto ideale per prendere il sole. Probabilmente la stoffa è calda... La lascio fare, e mi tiene compagnia per una buona decina di minuti.


13:30 Mezz'ora di pausa canonica terminata. Mi dispiace, il terreno era conformato in modo ideale per schiacciare anche un pisolino... In un attimo siamo all'alpe Pietrarossa.


E via lungo il sentiero, con la cresta che si abbassa sempre di più. Stiamo per terminare il Garzirola, che possiamo notare in tutta la sua estensione.


E laggiù, oltre il passo del San Lucio, due montagne care ai lombardi: il Grignone (a sinistra) e la Grignetta (a destra).


E per continuare in bellezza, il Camoghé (altra cima da conquistare): questo è il versante Sud, io normalmente vedo sempre il versante Nord, da Bellinzona. E' tutto ad un tiro di schippo, da qui, in linea d'aria, a casa mia, saranno si e no 12 chilometri.


E per finire in bellezza: nella prima linea, da destra, il monte Boglia, i Denti della Vecchia, subito dietro il Generoso, il lago di Lugano con il ponte di Melide.


Questa escursione è una lezione di geografia orografica veramente splendida: molto meglio che studiare sui banchi di scuola! E non vorremo dimenticare il monte Bar, spero.


14:20 Siamo giunti al bivio di Moncucco. Da qui inizia il sentiero che scende a Signôra (spero di non aver dimenticato nessun accento circonflesso). Breve discussione, andiamo alla capanna Bar? Saranno circa 45 minuti andata, 45 ritorno, dato che da li si scende a Corticiasca, poi recuperare le auto è un bel casino... Decidiamo di soprassedere, e ci consoliamo con due foto di coppia. La mia signora ed il sottoscrito...


...e Danila e Pierfranco.


Imbocchiamo il sentiero a scendere, con gli occhi abbagliati da cotanto splendore...


Poco dopo, il sentiero entra in un faggeto splendido. I tronchi alti, ben separati, sembrano le colonne di una cattedrale, o per gli amanti di Tolkien (come me) al salone di Kazâd-Dum (spero di aver piazzato l'accento circonfesso al posto giusto, è da quando non scrivo più in francese che non ne utilizzo cosi tanti in una sola volta).


Bellezza nella decomposizione.


15:10 Scendendo nel bosco vediamo tre cacciatori. Il modo migliore per evitare che sparino a qualcosa, è disturbare i cani. Li chiamo, e una bella spinone viene a farsi accarezzare. Eh eh eh, una volpe o una lepre salvi. Poco dopo, uscendo dal bosco, incrociamo il loro casotto di caccia "Il Cervo".


15:40 Discesa nel bosco, con brevi scorci sulla Valcolla, poi arriviamo ad un piccolo insediamento, ormai quasi completamente diroccato. Ma la fontana funziona ancora.


15:50 Il bosco inizia ad aprirsi, e possiamo ammirare Colla, capoluogo della valle.


E in su, nostalgia del Garzirola.


Tutto, lo abbiamo percorso...

16:00 Puntualissimi, come aveva calcolato Danila, arriviamo a Signôra (ultima accento circonflesso), e ne percorriamo le viuzze. Un setter irlandese arriva abbaiando, potrebbe essere problematico, la via è stretta. Poi noto che scondinzola a più non posso, batto la mano sulla gamba, e in un attimo è ai miei piedi per iniziare la procedura d'amicizia.


Recuperiamo la loro auto, andiamo a recuperare la nostra, poi Danila e Pier ci portano al ristorante Campana, a Signôra di Sotto (no, non era l'ultimo), dove ci eravamo fermati alla mattina, per il caffé finale. Qui faccio conoscenza con la proprietaria, vero libro vivente di fatti, misfatti e cronache storiche della valle. Starei ad ascoltarla per delle ore, l'emigrazione, le storie di paese, la politica di una volta, ma gli impegni chiamano a gran voce. Congedo, e rientro a casa.

Clicka qui se vuoi vedere tutte le foto dell'escursione (non che ci sia qualcosa di speciale).

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commenti

G
<br /> Bella passeggiata... spesso ci si dimentica delle origini selvagge del Cassarate...siamo abbituati a vederlo incanalato a Lugano!<br /> <br /> Mi hai comunque fatto venire i brividi...ghiaccio e sorbo rossissimo...sintomi di un inverno lungo e freddo...<br /> Greg<br /> <br /> <br />
Rispondi
U
<br /> <br /> Ciao Grégoire,<br /> <br /> speriamo che le tue previsioni per l'inverno non siano corrette, non per darti torto a tutti i costi :-) I brividi ci potevano stare, per fortuna che con gli indumenti tecnici che girano adesso,<br /> non è un problema: con pochissima roba addosso ti salvi da situazioni da tormenta...<br /> <br /> Ho guardato il Camoghé, e ti ho pensato, mi manca ancora...<br /> <br /> <br /> <br />

Parole chiave

Geolocalizzazione: Svizzera, Ticino, Sopraceneri, Sottoceneri, Leventina, Bedretto, Blenio, Riviera, Mesolcina, Calanca, Maggia, Verzasca, Onsernone, Muggio, Bellinzonese, Locarnese, Luganese, Mendrisiotto 

 

Interessi: trekking, escursioni, passeggiate, foto, natura, rifugi, capanne, flora, fauna, laghi

 

Percorsi: forestale, sentiero, transumanza, valico, passo, bocchetta, ganna