Percorso effettuato: Medeglia (Q700) - Canedo (Q840) - Troggiano (Q1064) - cima di Medeglia (Q1260) - Monti di Medeglia (Q1038) - cima di Dentro (Q1014) - Isone (Q728).
Difficoltà: forestale T1 e sentiero T2.
Dislivello: circa 850 metri.
Lunghezza del percorso: 10 Km.
Sforzo equivalente: 19 Km.
Durata (incluse le pause): 4.25 ore.
Distrutti da settimane di lavoro bestiale... Rita mi chiede pietà, ha voglia di andare, ma qualcosa di tranquillo. Poi è da molto che non vediamo Danila e Pierfranco, dobbiamo ancora farci raccontare del loro viaggio in Tibet e Cina di fine febbraio. Annunciato vento, per cui l'aria potrebbe essere abbastanza limpida, tiro fuori dal sacco il giro passando per la cima di Medeglia, cima facile e non impegnativa, che offre tuttavia una bella vista sul piano di Magadino. Proposta accettata all'unanimità.
14:00 Pronti per la partenza a Medeglia. La temperatura è gradevolissima per camminare, né troppo caldo né troppo freddo, almeno nei momenti in cui non c'è vento. Sacco leggero, solo io, niente pic-nic stavolta. Buona scorta d'acqua ad ogni modo, non ci sono punti di rifornimento lungo la via. Dall'altra parte della valle, verso il Tamaro, posso riprendere la chiesa di Botta dell'alpe Foppa.
Cin incamminiamo lungo la strada asfaltata che porta a Canedo, piccola frazione di Medeglia, dove ha inizio il sentiero vero e proprio.
Salendo, racconti delle prime impressioni di Lhasa, il treno che passa l'altopiano del Tibet, l'esercito di terracotta, e giornate micidiali per i ritmi delle visite. E come accompagnamento, lungo la strada una serie di cappellette.
14:30 Non ostante le chiacchere saliamo veloci, e in una mezz'oretta siamo già a Canedo.
Percorriamo la praticamente unica viuzza dell'insediamento, e all'altezza dell'osteria Canedo giriamo a destra per prendere il sentiero. Restiamo piacevolmente colpiti dal menu proposto...
Anche gli orari non sono di quelli che ti ammazzano :-)
14:40 Passati i viottoli, il sentiero inizia a salire, e io rimango indietro. Rita, senza sacco, è ancora più veloce del solito, e io non ho nessuna chance di tenere il suo passo.
La flora nel bosco è cambiata nelle ultime due-tre settimane. A parte gli alberi, che ormai hanno buttato le foglie, sono scomparsi i fiorellini di inizio primavera, per lasciare posto a quelli che dureranno più a lungo.
Mi attendo anche di trovare delle genziane, lungo il percorso.
15:00 Il versante mostra un cambiamento di pendenza, e una probabile apertura...
...in effetti siamo arrivati a Troggiano. Si tratta di un nucleo ormai disabitato, con i rustici in decadenza, piazzato su di un'ampia terrazza della costa. Niente segni di vita, solo incuria.
Piccola sosta prima di riprendere la salita. A destra del Caval Drossa, i Denti della Vecchia.
15:15 Ripartenza, il sentiero poco dopo si apre in forestale, diminuisce la pendenza. Resto incantato dinnazi ad un albero le cui foglie, argentee, sembrano fiori.
Il cammino adesso è agevole, ci stiamo spostando verso l'ultimo alpe prima della cima di Medeglia. Alla nostra destra una bella skyline di roccia, cielo e alberi.
Il terreno ad ogni modo è molto secco. Anche nel bosco si nota la mancanza d'acqua, tutto sterpaglia.
15:25 Ultimo alpe (non ho trovato il nome sulle cartine).
Lo passiamo, e subito dopo la stalla teniamo la destra verso una macchia di betulle, dove effettivamente troviamo la marca bianco-rosso-bianco su di un sasso a terra. Salendo ci spostiamo sul versante a ridosso del Monte Ceneri, e si inizia a vedere l'ultima parte del piano di Magadino con il golfo di Locarno.
Il sentiero qui è di tipo montano. Pier è a casa sua, parte per la tangente alla sua velocità, roba da stambecco. Dato che il mio motore ha molti meno cavalli del suo, mi consolo con del poligalo fintobosso....
...e le prime genziante dell'anno.
Chi va piano... Pier non ha fatto attenzione alle marche, e perde il vantaggio accumulato ritornando in parte sui suoi passi.
Alla nostra sinistra, Manera con la sua grande antenna, e sul versante destro il sentiero di salita dall'alpe Foppa al monte Tamaro.
Continuiamo a girare in senso orario e a salire, e un uccellino mi diche che siamo quasi arrivati: si vede il Camoghé.
15:50 Pier è in cima, si è rifatto ampiamente della perdita di tempo.
Veniamo sferzati da un vento freddo e impetuoso, rafficato. Dobbiamo coprirci, la temperatura apparente è scesa di un bel po' di gradi in pochi secondi. Davanti a noi adesso si apre la seconda parte del percorso, che ci porterà fino alla grande antenna installata a cima di Dentro, passando per i monti di Medeglia, e sotto il Matro, sulla sinistra.
Prima di scendere, però, foto di cima.
Da qui, bella vista sulla parte Nord del piano di Magadino, fino ad Arbedo-Castione.
E sull'altro versante, la cima del Gaggio, la cima dell'Uomo, la cimetta di Orino, il Sassariente, il pizzo Vogorno, la capanna Mognone, il rifugio Orino, il corno di Gesero, il Camoghé, il Garzirolo, il Bar ed il Caval Drossa, la cima della Trosa, Cardada, Cimetta (te li lascio scoprire nell'album fotografico). Senza dimenticare sua maestà il pizzo di Claro.
16:20 Lezione di geografia terminata. Siamo scesi dalla cima di Medeglia, e dopo poche centinaia di metri il sentiero si trasforma in forestale, piuttosto pianeggiante. Adesso è il mio terreno, e parto lasciando indietro i miei compagni.
Percorso poco impegnativo, adatto alle chiacchere. Non abbiamo ancora deciso se scendere a Medeglia dai suoi monti, oppure continuare fino a cima di Dentro... Vedremo al momento.
16:45 Ai monti di Medeglia arriviamo in un attimo. Un signore con uno splendido bovaro bernese lo lascia libero, e me lo godo tutto: 64 Kg di splendore canino peloso e morbido. E' ancora presto, c'è luce almeno fino alle 19:30-20:00, nessuno è stanco, si continua. Prossimo checkpoint, l'aggiramento del monte Matro, piccola cimetta facilmente scalabile da cima di Dentro.
Intanto però ci siamo abbassati di molto, e lo avevo detto a Danila che l'avremmo pagata: pezzo su lastroni di cemento in salita pesante, per riportarci in quota. Metto le ridotte, e passetto dopo passetto perdo il vantaggio che avevo accumulato nella tratta precedente.
17:05 Siamo sul fianco del Matro, e guardando indietro possiamo vedere la cima di Medeglia, neanche troppo distante.
Il sentiero è ridiventato quasi pianeggiante, ma Danila mi ha raggiunto, Continuiamo assieme, dato che Pier e Rita sono straaffogati in una discussione dietro di noi. Su sentieri del genere, potrei camminare per 10 ore al giorno: mi danno un senso di libertà, di poter andare e arrivare in qualsiasi posto al mondo. All'occhio però non scappa un secondo albero finto-fiore argenteo.
Sono un grande ignorante, non conosco il nome della maggior parte della flora e fauna che incontro. Questo però non mi impedisce di apprezzarli, amarli, gustarli, e portarli nel cuore. Poi un rudere, invaso dalle betulle.
17:30 Fattoria. Sulla nostra destra l'antenna "albero di Natale" che vedo così bene dalla terrazza di casa mia. A dire il vero vedo questo percorso in tutta la sua lunghezza, e mi manda sempre forti richiami. Tra gli scarponi da basso, e il filo cima di Medeglia - Matro - cima di Dentro - alpe del Tiglio, è difficile resistere: forse dovrei fare come Ulisse, che si fece legare all'albero maestro per ascoltare le sirene, e non esserne succube.
Dalla fattoria arriviamo in un attimo alla cima di Dentro, che non ostante il nome in realtà è piatta. Zona di esercizio per i granatieri di stanza ad Isone, per fortuna nel fine settimana non ci sparano.
Percorriamo le poche centinaia di metri su asfalto, per prendere il sentiero che scende ad Isone.
Gaudio e tripudio: mentre scendiamo i refoli di vento fanno cadere i petali dei ciliegi selvatici, che adornano la nostra via, rendendo leggero il nostro passo.
Sentiero percorso diverse volte (almeno 5): mi accorgo che tutti mi piacono, ma quelli che percorro più frequentemente finisco per amarli, invece di stancarmi a farli e rifarli. Chissà se la pensano allo stesso modo le reclute della caserma, che lo devono salire portando in spalla pesi di morte, per andare ad esercitarsi lassù?
18:00 Siamo quasi in basso. Mi stupisce sempre notare come il Camoghé, così aspro e difficile dalla parte di Bellinzona, sia facilmente accessibile da questa parte.
Quest'anno è in programma... A 180°, invece, un altro amore: un tratto della Camorino - Lugano (di cui fa parte anche la discesa ad Isone da cima di Dentro), la salita da Isone a Gola di Lago.
18:15 Isone raggiunto. Si potrebbe rientrare a Medeglia lungo la strada, tre chilometri di asfalto, senza marciapiede. Ma tra pochi minuti passa il postale... Siamo gli unici che salgono. In un attimo ci deposita a Medeglia.
Mentre togliamo gli scarponi, arriva Grégoire, che tiene uno splendido blog dedicato ai serpenti del Ticino, in particolare i due tipi di vipera che vi si possono incontrare. Dato che frequentiamo ambienti naturali simili, e lui riesce a vederle le vipere, e io no, ci mettiamo d'accordo per una "battuta di caccia fotografica" assieme, in modo da poter imparare da lui i segreti del mestiere.
Rientro a Rivera, pizza assieme per permettere a Danila e Pier di completare il loro racconto della Cina. Pomeriggio splendido, di quelli che ti rianimano. Avrei continuato ancora...
Ecco il profilo altimetrico da Medeglia alla cima di Medeglia.
E questo invece dalla cima di Medeglia ad Isone.
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